Per il nostro viaggio a Taranto abbiamo scelto un treno notte Trenitalia. Probabilmente se avessimo aspettato avremmo trovato anche qualche aereo conveniente, ma volevamo organizzarci in anticipo e sfruttare tutte le giornate disponibili, così ci siamo detti: “perché non provare?”.
Puoi leggere di più sulla Spartan Race e sul viaggio sul blog di Ranieri, vistando la pagina: Spartan Race Taranto e Trifecta Weekend
Indice
Il viaggio
Siamo arrivati in stazione centrale a Milano verso le sette di sera e ci siamo diretti verso il nostro binario. La stazione era quasi vuota, impressionante rispetto al caos del giorno! Ero veramente euforica ed elettrizzata, non ero mai stata su un treno notte prima. Sono abituata a viaggiare in camper, ci vado sin da quando ero piuttosto piccola, ma dormire su un treno mai.
Come si sta in cabina notte
La prima impressione è stata che era piuttosto scarno, direi proprio essenziale. Avevamo prenotato due posti in una cabina da quattro persone, infatti poco dopo di noi arrivano i nostri compagni di stanza.
Sono rimasta particolarmente impressionata da quanto fosse decisamente minuscolo l’ambiente in cabina. Mi sembrava strano come fossero riusciti ad incastrare ogni cosa, eppure ci stavamo tutti e quattro a pennello.
La distanza tra i letti di sotto sarà stata più o meno sui 50 cm. Comodo il vano inferiormente, capiente per riporre le valigie più grosse. Lo spazio nel letto in alto invece era maggiore, così come la distanza che separava dall’antistante.
Cosa c’è e cosa ti devi invece portare
A ogni passeggero sono fornite delle lenzuoline, una federa (tipo sacco letto) e un cuscino piccoletto …un po’ troppo morbido per i miei gusti. Presenti anche un pacchettino con tappi e salviettine, alcune tazze di acqua (da bere o per lavarsi i denti), un succo e una merendina (che però ha dentro margarina, quindi non l’ho proprio mangiata!).
É rumoroso? Come si dorme
Il treno é sembrato silenzioso, o meglio, non ha fatto quei rumori strani dei treni diurni, e i vicini di cuccette sono accettabilmente silenziosi. A dir la verità era più silenzioso del mio appartamento!
Il treno certo rimane sempre un treno, ma credo che il rumore bianco di sottofondo e il movimento possono aiutare ad addormentarsi, coprendo quello degli altri coinquilini così da non sentire quando si muovono (come invece avviene in luoghi molto silenziosi). Erano solo le nove e mezzo di sera e sembrava di essere in una tomba!
La sicurezza
Intrufolarsi su questi treni di nascosto non é una cosa facile.
Questo grazie anche al controllore che, prima di partire, passa a controllare i biglietti e i documenti di tutti. Inoltre si accerta che tutto sia al posto giusto.
L’arrivo a Taranto
Siamo arrivati a Taranto alle nove del mattino, con un’ora di ritardo.
Abbiamo percorso velocemente, col naso all’insù, la cinta esterna della città vecchia così da lasciare i nostri valigioni il prima possibile e poi… finalmente liberi! Ben quattro giorni di vacanza in questa magnifica cittadina di mare, anche se sempre con il timore della Spartan Race che ci stava aspettando il giorno dopo.
I due volti di Taranto
Dopo una bella colazione abbiamo passato la mattina gironzolando per il centro storico, la città antica, aspettando che venisse pronto il nostro appartamento. Per chi non lo sapesse, come me quando sono arrivata diciamo (si lo so sono una pessima turista!), Taranto si divide in due parti principali: la città Vecchia, situata su un isola, molto piccola e molto caratteristica, e la città Nuova, situata dall’altra parte del “ponte girevole”.
Le due zone sono molto diverse, ma comunque entrambe veramente particolari, per cui alla fine è piuttosto difficile dire se sia più bella una o l’altra!
Cosa abbiamo visitato
Avendo comunque un tempo limitato, non abbiamo visitato molti musei. Durante il nostro girovagare siamo però finiti nel Duomo di Taranto che, pur non essendo un’esperta, devo ammettere è proprio un bel gioiellino, soprattutto per le catacombe e la stanzina dietro.
Il centro è veramente bello, molto piccolo e raccolto; è un insieme di canalicoli strettissimi che si ramificano e si riuniscono, dai quali si riescono a intravedere degli scorci di cielo. Molto vivace e pieno di vita, con i negozietti che si affacciavano sulle piccole stradine, lo abbiamo girato tutto tranquillamente in praticamente meno di due ore.
Dopo aver lasciato le nostre cose in appartamento (in super centrissimo direttamente di fronte all’università, sembrava un sogno!), siamo andati a farci una passeggiata in spiaggia.
Noi Valtellinesi non siamo molto abituati al mare: se ci va bene lo vediamo una volta all’anno d’estate! Abbiamo cosi deciso di passare praticamente tutto il resto del pomeriggio con i piedi a penzoloni nell’acqua. Io in realtà avrei voluto fare il bagno, ma la pigrizia ci ha fregato, e alla fine siamo solo rimasti a rimirare il mare. Stupendo.
La sera la città era molto viva, nonostante fosse ottobre inoltrato. Negozi, bar e ristoranti sono tutti aperti e l’aria di festa si respirava nelle vie gremite di passanti.
Oltrepassato il ponte ci addentriamo nella Città Nuova, immergendoci e lasciandoci trasportare dalla folla lungo il grande vialone illuminato: sì, decisamente una città che merita.
La Spartan Race
Eccoci arrivati finalmente alla mattina della spartan.
La fermata del bus fortunatamente era piuttosto vicino al nostro appartamento, raggiungibile in meno di cinque minuti a piedi. Il bigliettaio era già aperto e il bus arrivò puntuale (per fortuna, sentivo già l’ansia salire!).
Il pre-gara: tra preoccupazioni e adrenalina
Io stavo letteralmente morendo di paura, non era la mia prima gara eppure… prima di quella mattina non mi ero accorta di quanto mi terrorizzasse. Forse perché l’avrei affrontata da sola o forse perché si correva al buio. E se fossi finita per ultima e mi fossi persa nel bosco? Che incubo, cercavo di non pensarci. Così, quel mattino, ci siamo vestiti in fretta, abbiamo fatto colazione e siamo usciti.
La manifestazione è stata come al solito ottima. L’attesa carina: ho aspettato il mio Ranierino e tifato per lui mentre faceva la sua prima Beast cercando di non pensare a quella che sarebbe stata la mia fine. Purtroppo, convinta che ci sarebbe stata la spiaggia, non mi ero vestita molto, così al posto che prendere il sole ho trovato molto vento e ancora più zanzare ad aspettarmi, ma da vera spartana alla fine ho resistito fino a sera.
Alle 19:00 è infine arrivato il mio turno. Ero elettrizzata e allo stesso tempo tesa come una corda di violino. Mi sono messa in prima fila per guadagnare un minimo di vantaggio, che sapevo avrei poi perso dopo pochi metri (visto la mia corsa da schiappa).
Ai vostri posti …via!
Riscaldamento fatto, ecco che sono tutti pronti per la partenza. Tutti con le proprie lucine in testa, immersi nel buio, sotto i riflettori verdi e rossi della linea di inizio.
Tutti che urlavano stracarichi e poi io, che morivo di paura. Però sentire tutto questo calore attorno era confortante, lo devo ammettere.
Finalmente si parte.
Dopo pochi minuti di corsa la strada svolta e ci troviamo in campo aperto, lasciandoci alle spalle il resto della manifestazione che diventa un puntino nascosto, sempre più lontano.
WOW, penso, era stupendo.
Davanti a me il buio, di fianco tutte le luci dei miei compagni avventurieri e attorno solo la campagna, immersa nel buio e nel silenzio. Si sentivano solo le nostre urla e i nostri schiamazzi.
Lontano si potevano vedere delle piccole colonnine di lucine, che avanzavano lentamente una dietro l’altra. A quel punto ho capito che ne era valsa la pena, era decisamente uno spettacolo stupendo. Mi ricordava un po’ le lucine che si vedono lungo il mio caro lago di Como quando la sera si passeggia sulle sponde. Decisamente emozionante.
Man mano anche la mia batteria si disperse, lasciandoci sempre più diradati, correndo nel silenzio e nel fango. Si, perché è stata forse la Spartan più fangosa che abbia mai fatto! Alcune salite erano così scivolose che abbiamo dovuto farle aiutandoci con la vegetazione attorno, e le discese sembravano dei grandi scivoli. Per non parlare degli ostacoli: alcuni, come la corda da arrampicare, erano assolutamente improponibilli.
Queste sono state le cose che devo ammettere mi hanno colpito di più. Non è stata eccessivamente faticosa siccome era tutta in piano e ci sono state poche parti sulla spiaggia (purtroppo neanche una parte in acqua, ma ci hanno spiegato che era troppo pericoloso).
Mi sono persa due volte all’interno della base militare (si, ma a quanto pare è stato un problema non solo mio, questa volta era proprio segnalata male!), ma alla fine sono arrivata sana e salva alla fire line.
Ve la consiglio? Quasi più di Disneyland!
É stata decisamente una esperienza unica, direi addirittura magica!
Una Sprint Night è una cosa assolutamente da fare nella vita, fidatevi.
Il dopo gara tra cibo e relax
Il giorno dopo la Spartan Race abbiamo avuto finalmente tempo per rilassarci un po’.
La golosa mattinata
Ci siamo alzati alle undici, preparati con calma e siamo usciti a fare colazione a mezzogiorno. Si, forse quacuno è abituato, ma per me fare colazione così tardi è veramente una cosa più unica che rara, una di quelle cose che avviene solo nei sogni. Quindi abbiamo fatto la colazione più bella e grassa mai fatta assieme e siamo stati tutto il giorno a zonzo, senza fare assolutamente nulla (seconda cosa quasi impossibile).
Piccola precisazione: noi ci siamo pure alzati prima delle undici, ma ora che mi sono preparata, che abbiamo trovato un posto che ci piaceva dopo aver girato mezza Taranto e che siamo tornati indietro a prendere i soldi che avevamo dimenticato in appartamento, si è fatto mezzogiorno.
E anche nel pomeriggio… Se magna!
Il pomeriggio lo abbiamo sostanzialmente passato passeggiando per la via centrale, guardando vetrine e spostandoci da un bar all’altro (si, se non lo si era capito abbiamo passato la giornata a mangiare).
Ammetto che abbiamo trovato molti posticini sfiziosi… anche se avremmo voluto provarli praticamente tutti abbiamo dovuto scegliere.
L’ultimo giorno
Il quarto e ultimo giorno diluviava.
Un diluvio universale, per cui siamo usciti, convinti di poter visitare un po’ di musei, e alla fine abbiamo visitato solo il castello.
La mattinata l’abbiamo in realtà passata in libreria, posto molto confortevole, che integrava un bar e dei tavolini in modo da poter sfogliare i libri trovati qua e là. É stato però in questa libreria pugliese che è nata quella che poi sarebbe diventata una nostra grande passione. Cioè? Beh, Dungeons and Dragons, il famosissimo gioco di ruolo! E stato qua infatti che il mio Ranierino ha trovato il bellissimo starter set, e se ne è subito innamorato.
Siamo usciti tutti contenti dal negozio e ci siamo accorti di essere ovviamente di nuovo in ritardo per il giro al castello. Così abbiamo cercato il primo luogo carino per pranzare e abbiamo trovato una baguetteria che faceva panini buonissimi e anche fighissimi!
In questo posto, più unico che raro, potevi scegliere i vari ingredienti con cui farti il panino, tra cui anche la tipologia di pane, i vari salumi, formaggi e salsine: insomma …fantastico! Purtroppo eravamo piuttosto di fretta e per di più bagnatissimi per il diluvio, però erano squisiti comunque!
Alle due finalmente riusciamo ad arrivare al castello.
Per tutto il tour ci accompagna la nostra guida, un dipendente della marina che tiene il giro in italiano, ma anche in molte altre lingue (in sostanza era un mix di italiano storpiato… fantastico!).
Il resto della giornata lo terminiamo in un caffè letterario nel centro storico, aspettando la fine della pioggia e l’arrivo del nostro treno. Dopo la visita in libreria avevamo molte cose da leggere!
Così, alle 19:00 di lunedì sera, così come eravamo venuti siamo tornati. Abbiamo preso il nostro trenino notturno e ci siamo risvegliati nella solita Milano, abbiamo preso una bella brioches con spremuta e caffè e ci siamo diretti verso una nuova avvenutra: un nuovo anno scolastico.